Sceneggiatura per un film di Pasquale Misuraca e Luis Razeto. 1998

(per la scelta dell'interprete di Gesù) Autoritratto di Giorgione
SCENA PRIMA (Monte degli Ulivi. Esterno Notte.)
Le cose del mondo come viste da Gesù mentre cammina per la stretta strada sterrata che s’inerpica sui fianchi del Monte degli Ulivi:
pietre,
una coturnice che traversa la strada,
arbusti,
alberi,
il cielo stellato,
la luna piena. Rumore di passi dietro Gesù.
Primo piano di Gesù che si volta camminando.
I discepoli come visti da Gesù in movimento. Avanzano in silenzio lungo la strada, scambiandosi sguardi preoccupati: Pietro, i fratelli Giovanni e Giacomo, “figli del tuono”, Andrea fratello minore di Pietro, Filippo, Bartolomeo l’intellettuale, Matteo il pubblicano e ancora Tommaso il contadino e Giacomo d’Alfeo; chiudono la fila Taddeo e Simone detto “lo Zelota”.
Gesù rivolge infine lo sguardo a Gerusalemme, in basso e di fronte al Monte degli Ulivi, continuando a camminare nella notte.
Gerusalemme, come vista da Gesù.
SCENA SECONDA (Prima Strada e Prima Piazza di Gerusalemme. Esterno sera.)

(per la scelta dell'interprete di Giuda) Autoritratto di Goya
Giuda Iscariota, il dodicesimo apostolo. Cammina in preda ad una intensa agitazione. Allargamento di campo: intorno a lui, la folla dei fedeli che vivono la Festa della Pasqua, ma Giuda non la sente e non la vede. Rivolge più volte lo sguardo in alto, in direzione del Monte degli Ulivi.
Come visto da Giuda in movimento, il Monte degli Ulivi.
Giuda infine si ferma all’angolo di una piazza, s’appoggia ad un muro, s’asciuga il sudore con un lembo della tunica e guarda una casa (in campo) che s’affaccia sulla piazza.
Stacco in asse: la porta della casa, fiancheggiata da due mezze torce accese.
Primo piano di Giuda che guarda la porta.
Piano più ravvicinato del precedente (in asse) della porta della casa, sempre fiancheggiata dalle due mezze torce accese.
Dissolvenza incrociata:
SCENA TERZA (Prima Piazza di Gerusalemme. Esterno Sera. Flash-Back)
Inquadratura identica alla inquadratura immediatamente precedente: la porta della casa come era qualche ora prima, vale a dire nella luce della sera e fiancheggiata dalle torce accese ancora intere. Qualcuno apre la porta dall’interno: è Giuda, che esce sulla strada con un fuscello acceso e accende le due torce. S’intravvede all’interno della casa una lunga tavola sulla quale stanno i resti di una cena e sagome controluce di uomini che avanzano verso la soglia, dalla quale escono infine Gesù e uno dopo l’altro gli altri discepoli.
Gesù attende che tutti i discepoli facciano cerchio con lui. Giuda gli sta di fronte.
Gesù:
È venuto il momento. I Dottori della Legge sono stanchi di confrontarsi con me e cercano l’occasione per catturarmi e portarmi in giudizio. Questa notte veglierò al Monte degli Ulivi, al Getsemani. Arriveranno i soldati, mi arresteranno, mi condurranno davanti al Sommo Sacerdote, ma voi non temete, e non dubitate: io non vi abbandonerò mai.
Pietro si ribella alle parole di Gesù.

(per la scelta dell'interprete di Pietro) Autoritratto di Rembrandt
Pietro:
Non ti prenderanno, Maestro! Noi non lo permetteremo!
Gesù lo interrompe, alzando la mano aperta verso di lui, poi rivolge il suo sguardo agli altri discepoli.
Gesù:
Chi vuole venire dietro a me, ascolti le mie parole e le metta in pratica!
I discepoli si guardano l’un l’altro, perplessi. Nessuno osa più contraddire Gesù, ma nessuno si muove.
Giuda guarda Gesù, tremando per l’emozione.
Gesù risponde a Giuda con uno sguardo sicuro e sereno.
Giuda, gioiosamente camminando all’indietro, s’allontana fino a scomparire nella strada che sfocia nella piazza.
Dissolvenza incrociata:
SCENA QUARTA (Prima Piazza di Gerusalemme. Esterno Notte.)
Campo identico al precedente: dal fondo della stessa strada, ora rabbuiata dalla notte, avanzano quattro uomini avvolti nei mantelli, guardandosi circospetti intorno, e vedono Giuda.

(per la scelta degli Zeloti) Masolino, Masaccio, Alberti, Brunelleschi, secondo Masaccio
Giuda come visto dagli uomini che gli vanno incontro.
[Si tratta di un gruppo di Zeloti, attivisti che tentano di anticipare l’avvento del Messia con l’uso della violenza, nazionalisti che vogliono liberare con le armi Israele dall’occupazione militare romana.
Giuda ha seguito fin dall’inizio Gesù, diventandone fedele discepolo, sperando che egli sia il Messia, il liberatore di Israele dallo straniero. Il comportamento di Gesù – nella scena appena ricordata – è stato evidentemente interpretato da Giuda come conferma definitiva delle sue speranze rivoluzionarie: Gesù ha deciso finalmente di rivelarsi come Messia e guidare la liberazione armata.]
Primo Zelota:
Allora?
Giuda:
È venuto il momento. Porterò i Dottori della Legge e i soldati al Getsemani, e là il Messia si rivelerà finalmente in tutta la sua potenza.
Secondo Zelota (impugnando un pugnale che tiene nascosto sotto il mantello):
Dio sia lodato! Morte ai romani!
Giuda:
Avvertite gli altri, e seguitemi nell’ombra senza farvi notare. Vi darò io il segnale dell’insurrezione.
I quattro annuiscono e rivolgono gli sguardi in direzione del Monte degli Ulivi.
SCENA QUINTA (Getsemani. Esterno Notte.)
Gesù e i discepoli entrano nel podere chiamato ‘Getsemani’, e vanno a ripararsi dal freddo e dall’umidità della notte nel frantoio che sta dentro i suoi confini.
Gesù camminando raccoglie due rami secchi.
Matteo e Tommaso lo imitano e raccolgono altri rami secchi.
Entrano tutti nel frantoio.
Gesù spezza con destrezza con le mani e con i piedi i rami raccolti e li dispone a capanna, pronti per essere accesi.
Giovanni poggia a terra e svolge un panno di tela molto grezza che teneva in grembo: cenere e poche braci. Sistema le braci al centro dei rami, vi getta sopra un pugno di foglie secche e soffia, soffia.
Fumo, fuoco.
Gesù (a tutti):
La notte sarà lunga. Io vado a pregare.
Come visti da Gesù, i discepoli. Giovanni è in primo piano.

(per la scelta dell'interprete di Giovanni) Autoritratto di Raffaello
Come visto da Giovanni, Gesù esce dal frantoio e va a sedersi sotto un grande ulivo situato a una ventina di metri, più in alto.
Primo piano di Gesù, concentrato nell’ascolto del vento. Alza gli occhi.
Visti dal basso, i rami dell’ulivo carezzati dal vento.
Primo piano di Gesù. Sente qualcosa, l’individua nel buio e la segue con lo sguardo.
Come visto da Gesù, un gufo reale solca lento il cielo stellato e va a posarsi su una grosso pietra, distornata da pietre più piccole, al centro di un piccola radura tra gli ulivi.
Stacco in asse: piano a figura intera del gufo reale.
Dissolvenza incrociata:
SCENA SESTA (Riva del fiume Giordano. Esterno Giorno. Flash-Back)

(per la scelta dell'interprete del Battista) Autoritratto di Paolo Uccello
Piano a figura intera di Giovanni Battista, vestito di pelli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, seduto su una grossa pietra, in stato di trance.
Intorno al profeta, (panoramica complessa) sulle rive del fiume, gente del popolo, semplice folla che è venuta a lui con tutti i suoi problemi dalle terre più lontane della contrada ed aspetta in silenzio.
E un gruppo di Farisei ‘della Paura’ [la specie dei Farisei ‘della Paura’ era caratterizzata dal fatto di fare il bene solo per il timore del castigo] venuti da Gerusalemme per vedere questo strano uomo e sentire la sua trascinante predicazione: il movimento che si sta formando intorno a lui, e i discepoli che aumentano di giorno in giorno, stanno diventando fonte di preoccupazione per loro.
Giovanni Battista e un gruppo di discepoli intorno a lui, tra i quali Giovanni (ancora discepolo di Giovanni Battista) che guarda intensamente qualcuno.
Gesù sconosciuto tra la folla, come visto da Giovanni, attratto dal suo portamento, la sua espressione intensa, il suo sguardo attento.
Di fianco a Gesù, un Consigliere, ben vestito e dallo sguardo mobilissimo e obliquo, si rivolge al vicino.
Consigliere:
È vero quello che si dice di lui (lanciando uno sguardo a Giovanni Battista), che mangia solo cavallette e miele selvatico e vive lontano dai villaggi e dalle città?
Cittadino:
Non vedi? Porta la stessa tunica del profeta Elia…
Gesù si accorge dello sguardo di Giovanni, lo ricambia.
Giovanni come visto da Gesù.
Gesù torna a osservare Giovanni Battista.
Giovanni Battista si scuote, si rizza in piedi sulla grossa pietra e inizia a parlare.
Giovanni Battista:
Il giorno del Giudizio è prossimo! Pentitevi, perché la scure s’avvicina alla radice degli alberi! E ogni albero che non produce buoni frutti verrà tagliato e gettato nel fuoco!
I Farisei ‘della Paura’ si scambiano occhiate d’intesa.
Il Consigliere interroga Giovanni Battista.
Consigliere:
Maestro, che cosa dobbiamo fare?
Giovanni Battista:
Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare ne dia a chi non ne ha.
Un Esattore delle imposte tra altri esattori (vestiti come funzionari pubblici) lo interroga a sua volta.
Esattore delle imposte:
E noi servitori pubblici, che dobbiamo fare?
Giovanni Battista:
Non riscuotete più di quanto vi è stato fissato.
Sopraggiunge un gruppo di Zeloti e uno di essi, Giuda, interroga Giovanni Battista.
Giuda:
E noi patrioti, che dobbiamo fare?
Giovanni Battista:
Non maltrattate nessuno.
Giuda si mostra contrariato e lancia un’occhiata agli altri Zeloti.
I Farisei ‘della Paura’ decidono che è venuto il momento di porre le domande che hanno preparato. Parla uno di loro.
Primo Fariseo della Paura:
Chi sei?
Giovanni Battista:
Non sono il Messia.
Secondo Fariseo della Paura:
Chi allora? Sei il profeta Elia?
Giovanni Battista:
Non lo sono.
Terzo Fariseo della Paura:
Perché battezzi allora, se non sei né il Messia né Elia?
Giovanni Battista:
Io vi battezzo con acqua, ma verrà uno che è più forte di me, al quale non sono degno di sciogliere neppure i lacci dei sandali.
Giovanni Battista scende dalla grossa pietra, entra nel Fiume e aspetta che venga a lui il primo da battezzare.
Un vecchio entra nel Fiume e si fa battezzare.
Avanza tra la folla Gesù. Giunto sulla riva del Fiume si leva la tunica, scende nell’acqua e, giunto davanti a Giovanni Battista, s’immerge e subito risale dall’acqua.
In quel momento scende dal cielo una colomba bianca e si posa su di lui, mentre un raggio di Sole sbucato dal cielo annuvolato lo illumina tutto.
Giovanni Battista, folgorato dall’evento, guarda intensamente Gesù.
Gesù come visto da Giovanni Battista.
Giovanni Battista abbassa lentamente il capo e lo dondola leggermente: si rifiuta di battezzarlo.
Giovanni Battista (a Gesù):
Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te…
Gesù (a Giovanni Battista):
Fai quello che devi.
Giovanni Battista obbedisce e lo battezza. Compiuto il battesimo, Giovanni Battista parla a tutti.
Giovanni Battista:
Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo, ecco colui del quale ho detto: dopo di me verrà un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma colui che mi mandò a battezzare con acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai scendere lo Spirito Santo, e fermarsi su di lui, è lui che battezza con lo Spirito Santo.” E io l’ho visto e testimonio che lui è il Figlio di Dio.
Gesù si rimette la tunica e s’allontana in silenzio.
Due discepoli di Giovanni Battista, prima Giovanni, poi Andrea, seguono Gesù.
Il Consigliere guarda:
Giovanni Battista che segue Gesù con lo sguardo, poi:
Gesù che si allontana seguito da Giovanni e Andrea, infine:
i Farisei ‘della Paura’ i quali, vista la sottomissione di Giovanni Battista e il passaggio di due suoi discepoli a Gesù, comprendono che sarà lui il loro principale avversario futuro. Montano sui loro muli e conversando animatamente tornano verso Gerusalemme.
Gesù continua ad allontanarsi dal Fiume e dalla folla, si volge e vede Giovanni che avanza.
Come Visto da Gesù, Giovanni giung in primo piano (controluce).
Dissolvenza incrociata:
SCENA SETTIMA. (Getsemani. Esterno Notte.)
Primo piano di Giovanni (piano identico al precedente: è mutata soltanto la luce – dal giorno alla notte – e lo scenario che contorna il volto), sulla soglia del frantoio (controluce del fuoco acceso), guarda in direzione di Gesù.
Come visto da Giovanni, Gesù cammina avanti e indietro, irrequieto. Nota lo sguardo di Giovanni. Raccoglie da terra due olive e le mangia, tornando a guardare in direzione di Giovanni.
Come visti da Gesù, Giovanni, e Andrea che avanza dietro Giovanni e si pone al suo fianco.
Gesù volge lo sguardo a Gerusalemme.
Gerusalemme sotto la luna.

Gerusalemme di notte, con la luna piena
Dissolvenza:
SCENA OTTAVA (Oasi del deserto. Esterno Giorno. Flash-Back)
Chiome di alberi traforate dalla luce del Sole, come viste da Gesù, dal basso.
Gesù, all’ombra degli alberi, abbassa lo sguardo davanti a sé e inizia a lavarsi le mani e il viso. Allargando il campo scopriamo che Gesù si trova al lato di un pozzo e si sta lavando con l’acqua contenuta in un secchio legato a una corda. Di fianco a lui, Giovanni e Andrea, sdraiati, dormono.
Come visto da Gesù, il Consigliere che si cela dietro il tronco di un albero.
Gesù finisce di lavarsi, s’allunga sotto una palma e chiude gli occhi.
Il Consigliere lascia il nascondiglio e si avvicina a Gesù.
[Il Consigliere è il Tentatore, rappresentato come un consigliere politico, un uomo che vuole raggiungere il potere all’ombra di un individuo naturalmente provvisto di ‘carisma’, dono di grazia di natura straordinaria. Ha sentito parlare di Giovanni Battista ed è andato a offrirgli i suoi servigi. Visto che Giovanni Battista s è sottomesso a Gesù e che i discepoli di Giovanni Battista sono passati al seguito di Gesù, decide di offrire i suoi servigi a Gesù. Lo segue e gli sottopone le tre possibili strategie per conquistare il potere.]
Dal campo medio al primo piano di Gesù che finge di dormire (come visto dal Consigliere che avanza).
Voce Fuori Campo (del Consigliere Tentatore):
Sei tu il Messia, come afferma Giovanni Battista?
Gesù apre gli occhi, non risponde, non si muove.
Il Consigliere Tentatore come visto da Gesù, dal basso.

(per la scelta dell'interprete del Tentatore) Autoritratto del Lotto
Il Consigliere Tentatore (col tono complice di chi la sa lunga):
Se vuoi riuscire devi conquistare la folla. Gli affamati, che sono i più. Immagina carri colmi di pane, il pane lanciato alla folla affamata, le urla di gioia e di gratitudine. Se tu sei il Figlio di Dio, puoi ordinare ai sassi che diventino pane!
Gesù (senza scomporsi):
Non di solo pane vive l’uomo.
Il Consigliere Tentatore (dopo un attimo di perplessità, gesticolando come un mimo):
No? Un altro scenario: c’è ancora la folla, che ha fame di pane ma ancor più fame di spettacolo. Di circo! Come Figlio di Dio, puoi salire sulla sommità del Tempio, saltare nel vuoto… e gli angeli del Cielo ti sosterranno sulle loro ali!
Gesù:
Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Il Consigliere Tentatore (resta un po’ in silenzio, poi riparte alla carica):
Ascoltami ti dico! Io sono un esperto! Segui i miei consigli e conquisterai tutta la potenza e la gloria del mondo, perché è nella mie mani e io la dò a chi voglio. Tutti si piegano di fronte ai potenti.
Gesù:
Solo davanti alla potenza di Dio gli uomini devono inchinarsi.

(per la scelta dell'interprete di Andrea) Autoritratto di Piero della Francesca
Andrea apre gli occhi e guarda Gesù.
Come visto da Andrea, Gesù si solleva da terra e lo guarda sorridendo.
Andrea si rialza sui gomiti, si volge verso Giovanni, ancora addormentato al suo fianco, e gli copre scherzosamente il volto con un lembo della tunica.
SCENA NONA (Seconda Strada di Gerusalemme. Esterno Notte.)
Un gruppo di farisei ‘di Calcolo’ [la specia dei Farisei ‘di Calcolo’ era caratterizzata dal fatto di praticare la Legge solo per averne ricompense terrene] avanza affiorando dal buio della notte e vede Giuda.
Come visto dai Farisei, Giuda che viene loro incontro.
Primo Fariseo ‘di Calcolo’ (irridente);
Dove hai lasciato il tuo Maestro?
Giuda:
Dici bene: l’ho lasciato. Non voglio più essere discepolo di un Maestro che attacca il Tempio e disprezza la Legge.
I Farisei si guardano compiaciuti.
Secondo Fariseo ‘di Calcolo’ (sospettoso):
E dimmi, uomo devoto, dove si trova ora questo falso profeta?
Giuda (Primo Piano):
Seguitemi e vi condurrò da lui. Ma prima procuriamoci un forte drappello di soldati; (lanciando un’occhiata verso il Getsemani) i discepoli sono armati.
SCENA DECIMA (Getsemani. Esterno Notte.)
Primo piano da tergo di Gesù sulla soglia del frantoio. Osserva i discepoli.
Come visti da Gesù (panoramica complessa) i discepoli addormentati intorno al fuoco.
Gesù si avvicina loro, prende con sé Pietro e Giacomo e Giovanni e li conduce fuori, tenendo un braccio sulla spalla di Giovanni.
Nello spiazzo antistante il frantoio, Gesù è assalito dall’angoscia, trema e suda copiosamente, ha un mancamento, è sul punto di cadere.
Giovanni lo sostiene prontamente, guardandolo con occhi pieni di sconcerto. Poi poggia il suo capo sul petto di Gesù, in cerca di conforto.
Gesù:
L’anima mia è triste. Rimanete al mio fianco e tenete gli occhi bene aperti, perché lo spirito è pronto ma la carne è debole.
Poi si allontana qualche passo da loro, si siede su u grosso ramo spezzato e alza gli occhi come un bambino che guarda il padre davanti a lui.
Gesù:
Babbo… babbo ti prego… ti prego! Risparmiami le torture!
Pietro e Giacomo si guardano sconcertati l’un l’altro, Giovanni fissa emozionato Gesù.
Piano a figura intera di Gesù seduto, di profilo.
Dissolvenza incrociata:
SCENA UNDICESIMA (Periferia di Villaggio. Esterno Giorno. Flash-Back)
Gesù seduto, di profilo (campo identico al precedente - solo lo scenario è cambiato). In pieno Sole, prega: guarda e ascolta le cose del mondo con attenzione e amore:
siepe di arbusti e rovi,
capre che brucano sparuti ciuffi d’erba,
un pastore, in piedi, appoggiato a un bastone nodoso, che sorveglia il gregge.
Giovanni e Andrea lo osservano in disparte, all’ombra di un albero, accanto al quale campeggia lo scheletro incompiuto di una capanna di legno, intorno alla quale armeggiano Pietro e Giacomo.
Primo piano di Gesù. Solleva gli occhi e guarda intensamente davanti a sé.
SCENA DODICESIMA (Campagna nei dintorni di Nazaret. Esterno Giorno.)
Come visto da Gesù bambino, dal basso, un altro albero, più grande e più bello, in primavera, pieni i rami di gemme rosse.
Accanto all’albero, un uomo (Giuseppe) che guarda l’albero, si volta e tende la mano verso il basso, come un padre che tende la mano al proprio bambino che lo guarda (Gesù bambino). Tra Giuseppe e Gesù bambino, l’ombra di Gesù Bambino, che avanza verso Giuseppe.
(Macchina a Mano) Come visto da Gesù bambino, l’avvicinamento alla mano tesa di Giuseppe.
SCENA TREDICESIMA (Periferia di un secondo villaggio. Esterno Giorno. Flash-back)
Torniamo al primo piano di Gesù (conclusivo della SCENA UNDICESIMA), che torna in sé e volge lo sguardo alla capanna.
La capanna in costruzione.
Gesù si alza e s’avvicina alla capanna, prende un martello di legno, un palo lungo e stretto e lo fissa con destrezza, con chiodi di legno, alla struttura di pali.
Giovanni e Andrea lo osservano ammirati, poi si alzano e si dirigono verso la capanna con l’evidente intenzione di riprendere il lavoro.
SCENA QUATTORDICESIMA (Riva del Mare. Esterno Giorno. Flash-Back)
Gesù seduto, di profilo (campo identico al campo d’apertura della SCENA UNDICESIMA). Solo lo scenario è cambiato. Ora ci troviamo in riva al mare. Gesù guarda in alto.
Due nuvole bianche passano nel cielo azzurro, come viste da Gesù.
Gesù manifesta gioia nel vedere le nuvole, sorride e fa un cenno con la mano verso di loro, come un saluto.
Giacomo, Giovanni e Andrea lo osservano mentre svuotano una barca delle reti e del pesce appena pescato, seguendo le indicazioni di Pietro esperto pescatore.
I piedi di Gesù, bagnati dalle onde che vanno e vengono.
Panoramica a seguire i piedi leggermente zoppicanti di una giovane donna che s’accostano ai piedi di Gesù. Panoramica verticale e allargamento di campo fino al piano a figure intere della donna (Maria di Magdala) e Gesù.
Maria di Magdala guarda Gesù, che si sente osservato e si volge, rispondendo allo sguardo di lei.
Maria di Magdala, come vista da Gesù.

(per la scelta dell'interprete di Maria di Magdala) Donna di Leonardo
Gesù, come visto da Maria di Magdala, torna a guardare il mare.
Maria di Magdala comincia a lavare nell’acqua del mare i vasi e i piatti che ha portato con sé. A un certo punto si volge a guardare di nuovo Gesù.
SCENA QUINDICESIMA. (Terzo villaggio. Esterno Giorno. Flash-Back)
Gesù seduto, di profilo (campo identico al precedente). Lo scenario è ancora cambiato. Ora è costituito dai margini di un villaggio.
Davanti a Gesù, come visto da lui, un bambino che tiene in mano una gabbietta di legno, dentro la quale è rinchiuso un serpentello.
Gesù come visto dal bambino.
Pietro, Giacomo, Giovanni, Andrea e Maria di Magdala osservano la scenetta (campo medio). Seguiamola coi loro occhi, muta, perché non sentiremo, data la distanza, cosa segretamente si dicono Gesù e il bambino.
Il bambino poggia la gabbietta a terra e si siede anche lui. Gesù cattura una mosca e la lascia cadere nella gabbietta. Gesù e il bambino osservano attentamente cosa accade dentro la gabbietta. Poi Gesù accosta la sua bocca all’orecchio del bambino e gli sussurra qualcosa. Il bambino riflette a lungo, accosta la sua bocca all’orecchio di Gesù e gli sussurra qualcosa. Gesù annuisce. Il bambino apre la gabbietta e lascia libero il serpentello, che scivola via e va a nascondersi fra le pietre a secco di un muretto al quale sta appoggiato un gruppo di Zeloti, fra i quali Giuda e Simone, che hanno assistito alla scenetta.
Dal muretto vola via un uccello.
Giuda e Simone si staccano dal gruppo dei Zeloti e s’avvicinano a Gesù.

(per la scelta dell'interprete di Simone) Autoritratto del Perugino
Senza dire una parola, Gesù si solleva da terra, regala una carezza al bambino e s’avvia, seguito da Giuda e Simone.
Il bambino osserva Gesù che s’allontana.
SCENA SEDICESIMA (Terza Strada e Terza Piazza di Gerusalemme. Esterno Notte.)
Giuda, in attesa nervosa, al centro di una piazza. Si sentono ordini, voci concitate, e rumori di ferraglia.
Come visti da Giuda, sbucano da un edificio i Farisei, seguiti da un drappello di soldati con spade e torce.
Giuda si pone a capo di tutti e si forma un corteo che si muove lungo una strada che nasce dalla piazza.
Dissolvenza incrociata:
SCENA DICIASSETTESIMA (Strada di campagna. Esterno Giorno)
Gesù in mezzo a Pietro, Giacomo, Andrea, Maria di Magdala, Giuda, Simone e Giovanni. Camminano per una strada di campagna che costeggia un campo di grano verde.
Giovanni, il più giovane di tutti, raccoglie allegramente qualche spiga e l’offre agli altri. Mangiano i grani ancora teneri camminando.
La scena è vista in panoramica, dal punto di vista di Filippo, un uomo solo sprofondato nella malinconia, seduto sopra i resti di una antica casa in rovina, accanto ad un vecchio aratro di legno.

(per la scelta dell'interprete di Filippo) Autoritratto di Giulio Romano
Giuda si stacca dal gruppo e s’avvicina a Filippo.
Giuda (a Filippo):
Vieni con noi!
Filippo lascia le rovine e si pone al fianco di Gesù che riprende a camminare.
Più avanti, vedono Bartolomeo che legge le Scritture all’ombra di un fico.
Filippo si stacca dal gruppo e s’avvicina a lui. Si scambiano un lungo sguardo.
Bartolomeo guarda intensamente Gesù, volge gli occhi al fico che lo sovrasta, arrotola il testo che sta leggendo, si alza, stacca due fichi maturi, si avvicina a Gesù e gli porge il primo, poi a Maria di Magdala e le porge il secondo.
Primo piano di Maria di Magdala che mangia in silenzio il frutto.
Dissolvenza incrociata:
SCENA DICIOTTESIMA (Montagna della Galilea. Esterno Giorno.)
Primo piano di Gesù che si volta e s’allontana. Entra in campo prima il gruppo ormai completo dei discepoli (una settantina di uomini e donne, di diverse età: fra le donne spiccano, Oltre Maria di Magdala, Marta, Giovanna moglie di un amministratore del tetrarca Erode, Susanna, Maria madre di Giacomo e Salome), poi una grande folla.
Salgono sulle pendici di una Montagna.
Gesù si siede sul fianco della Montagna e rivolge il suo sguardo a tutti.
Come visti da Gesù, in una lenta e articolata panoramica, vediamo il gruppo dei discepoli,
Giuda e Simone, cha vanno a sedersi accanto a un gruppo compatto di Zeloti,
la moltitudine di famiglie e compagnie che prendono posto disponendosi ad ascoltare, fra le quali si intravvedono diversi ammalati,
una famigliola: il padre tiene sull’avambraccio un passerotto implume che grida e spalanca il becco ancora tenero. Il bambinello si spaventa e si nasconde nel grembo della madre.
Gesù, che volge infine lo sguardo verso
un gruppetto di bambini che giocano alla guerra.
Uno di questi bambini, ucciso dagli altri per gioco, è costretto a fingersi morto. Resta immobile, sdraiato a terra, ma socchiude gli occhi e osserva e ascolta Gesù.
Gesù (a tutti)”
Voi siete il sale della Terra.
Voi siete la luce del Mondo.
È scritto “Rispettate la Legge”, ma io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella dei Dottori della Legge, non entrerete nel Regno dei Cieli.
È scritto “Adempite tutti i Comandamenti”, ma io vi dò un comandamento nuovo: amatevi gli uni con gli altri come io vi amo.
È scritto “Occhio per occhio e dente per dente”, ma io vi dico: non opponetevi ai malvagi, anzi: se uno vi percuote la guancia destra, voi offrite gli la sinistra.
È scritto “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”, ma io di dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siete figli del Padre vostro celeste. Che fa sorgere il Sole sopra i cattivi e sopra i buoni, e fa scendere la pioggia sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Ricordate quanto vi ho detto, e mettetelo in pratica. Più lo farete, più capirete ciò che vi ho detto.
Detto questo, Gesù tace.
Totale: comincia a far sera [luce senz’ombra]
Pietro e Giacomo di avvicinano a Gesù.
Pietro:
È tardi. Congedali, Maestro, perché vadano nelle campagne e nei villaggi vicini e si procurino qualcosa da mangiare.
Gesù:
Date voi a loro da mangiare.
Giacomo:
A tutti questi? Ma… (guardando gli altri discepoli) dovremmo spendere tutto quello che abbiamo per saziarli di solo pane!

(per la scelta dell'interprete di Giacomo) Autoritratto di Botticelli
Si avvicinano Giuda e Simone.
Gesù si guarda intorno. Tutti pendono dalle sue labbra.
Gesù (ai discepoli):
Organizzate tutti in gruppi di una cinquantina e tornate da me.
I discepoli non capiscono cosa Gesù intenda fare ma, dopo qualche secondo di perplessità, eseguono il suo ordine.
In particolare Giuda, primo fra tutti a eseguire l’ordine di Gesù, si mostra molto attivo, seguito dal gruppo organizzato degli Zeloti.
Gesù aspetta che i discepoli tornino a lui, quindi si alza in piedi, si avvicina a Maria di magdala, prende il cesto vuoto che lei ha accanto a sé e lo pone in vista.
Gesù (ai discepoli):
Vediamo cosa abbiamo da mangiare.
I discepoli dispongono nel cesto ciò cha hanno: sette forme di pane e due grandi pesci affumicati.
Gesù prende la cesta ora piena, la alza mostrandola a tutti, poi comincia a dividere i pani e i pesci fra tutti quelli che fanno parte del suo gruppo.
Gesù (a tutti gli altri gruppi):
Fate come noi.
I gruppi che hanno ascoltato e osservato quanto hanno fatto Gesù e i discepoli, fanno lo stesso.
Mangiano tutti.
Finito di mangiare, dal gruppo degli Zeloti si alza uno.
Primo Zelota (a tutti):
È il profeta che aspettiamo!
Secondo Zelota:
Sì, è lui! Facciamolo re!
Terzo Zelota (a Gesù):
Maestro, guidaci! Dicci cosa dobbiamo fare e noi lo faremo a occhi chiusi!
Gesù (a tutti):
Allora tenete gli occhi aperti, tornate alle vostre case e continuate a fare ciò che avete fatto oggi!
La folla comincia a disperdersi.
Secondo Zelota (al Terzo Zelota):
Si fa ascoltare dalla folla!
Terzo Zelota (al Secondo Zelota):
E si fa ubbidire dalla folla!
Quarto Zelota (agli altri Zeloti):
Sì, ma queste sono solo parole! (portando la mano al pugnale infilato nella cintola) A noi serve l’azione!
Secondo Zelota (coprendolo col proprio corpo alla vista dei presenti):
Fermo!
Quando il grosso della folla si è allontanato, si fanno avanti alcuni Farisei ‘Umili Perfetti’, che non avevano capito l’esempio solidale dei pani e dei pasci, essendo il loro cuore indurito. [La specie dei Farisei ‘Umili Perfetti’ era caratterizzata dal fatto che camminavano piegati in due.]
Primo Fariseo ‘Umile Perfetto' (a Gesù):
Maestro, dacci un segno del cielo.
Gesù (emettendo un profondo sospiro):
Quale segno, se avete gli occhi e non vedete, avete gli orecchi e non sentite?
In quel momento passa accanto a Gesù il gruppetto di bambini che giocavano alla guerra. Gesù li carezza tutti, uno per uno, spettinando i loro capelli, parlando loro a voce bassa, come a se stesso.
Gesù:
Perché mettere il vino nuovo negli otri vecchi? Il vino nuovo fa scoppiare gli otri vecchi, e così vanno a male il vino e gli otri. In verità, il vino nuovo deve essere messo in otri nuovi.
Secondo fariseo ‘Umile Perfetto’:
Mestro, io ti seguirò ovunque tu andrai.
Gesù:
Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo.
E fuggendo tutti, si ritira, tutto solo, fin sulla sommità della Montagna, mentre scende rapidissimamente la notte.
SCENA DICIANNOVESIMA (Quarta Strada di Gerusalemme. Esterno Notte.)
Giuda, affiancato dai Farisei, tra i quali il Secondo Fariseo “umile Perfetto’, alla testa di una decina di soldati, alcuni dei quali reggono delle lanterne, e da una piccola folla eccitata, armata di bastoni e torce.
Giuda riconosce tra i soldati uno in particolare.
Come visto da Giuda, il soldato riconosce a sua volta Giuda, ed è assalito da un ricordo.
SCENA VENTESIMA (Spiaggia del Mare. Esterno Giorno - mattina. Flash-Back)
Gesù solo, sulla battigia. Disegna con il dito figure di gabbiani in volo come onde che le onde del mare cancellano una dopo l’altra.
Gabbiani nel cielo. Volteggiano e gridano.
Gesù imita il grido dei gabbiani.
Una folla si avvicina a lui, portandogli un uomo sordo e muto (il soldato riconosciuto da Giuda mentre guida il corteo al Getsemani).
Il sordomuto a gesti chiede a Gesù di essere guarito.

(per la scelta dell'interprete del Muto) Autoritratto del Pontormo
Gesù porta con sé il sordomuto lontano dagli altri, gli mette le dita negli orecchi, con la saliva gli tocca la lingua, e guardandolo fisso negli occhi gli parla.
Gesù:
Apritì!
Subito gli orecchi dell’uomo si aprono, e l’uomo sente la voce del vento.
L’uomo (imitando la voce del vento, assaporando il suono che esce dalle proprie labbra):
Ohhh… oohhoohh…
Gesù:
Non dirlo a nessuno.
L’uomo:
A nessuno.
Gesù torna con l’uomo sanato fra gli altri.
Gesù (a tutti):
Non ditelo a nessuno.
L’uomo:
Non ditelo a nessuno.
La folla si scioglie.
Le discepole tirano fuori dalle ceste che portano in testa pane e formaggio. Due anfore, una di acqua una di vino. Stendono due mantelli all’ombra di un albero. Dispongono per il pranzo. Attendono che Gesù si unisca a loro. Lo cercano con gli occhi.
Gesù davanti al mare. Si volta.
Gesù (ai discepoli):
Perché non mangiamo un po’ di pesce fresco oggi, e conserviamo il formaggio?
I discepoli accolgono con gioia l’invito di Gesù. Maria di Magdala intuisce che Gesù desidera restare solo e con un cenno chiama a sé le donne. Insieme seguono gli uomini.
Rimasto solo, Gesù accende un fuoco di lato al grande albero coi suoi rami secchi, poi si toglie la tunica, l’appende a un ramo dell’albero e fa il bagno nel mare.
Tornano i discepoli e le discepole.
Precede tutti Giovanni, correndo e tenendo appesi a due cordicelle due file di pesci e trova
Gesù che si asciuga al sole.
Dissolvenza incrociata:
SCENA VENTUNESIMA (Stessa Spiaggia del Mare. Esterno Giorno – pomeriggio / Flash-Back)
Panoramica discendente dalla chioma intera del grande albero, a scoprire Gesù e alcuni discepoli che dormono, l’uno accanto all’altro, dopo aver mangiato il pesce.
Giovanni veglia e vede arrivare
Un gruppo di contadini. Si sente gridare qualcuno poco lontano
Giovanni:
Chi grida?
Giovane Contadino (che porta in groppa la giovane moglie incinta):
Una cieca. Ha saputo che Gesù non è lontano da lei.
Giovanni:
Vai e falla tacere, perché non svegli il Maestro.
Ma Gesù maestro dell’attenzione ha sentito tutto e lo contraddice.
Gesù (a Giovanni):
Perché mi chiami Maestro e non fai quello che faccio?
Gesù (al contadino e alla sua giovane moglie):
Conducetela da me.
Il contadino e sua moglie tornano tenendo per mano la cieca.

(per la scelta dell'interprete della Cieca) Donna di Leonardo da Vinci
Gesù senza una parola indica ai due contadini di seguirlo con la cieca, si allontanano.
Giunti dietro una duna, Gesù mette saliva sugli occhi della cieca e le parla.
Gesù:
La lucerna del corpo è l’occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre. E se la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! Ma se il tuo corpo è tutto luminoso, tutto sarà luminoso!
Cieca:
Stringi forte le mie mani, Maestro.
Gesù (stringendole le mani):
Vedi qualcosa?
Cieca:
Ombre che camminano.
Gesù:
Sono uomini.
Primo piano della cieca risanata che guarda Gesù.
Gesù, come visto dalla cieca risanata.
Gesù (a tutti e tre):
Non ditelo a nessuno.
La cieca, in senso di assenso, chiude gli occhi.
SCENA VENTIDUESIMA (Getsemani. Esterni Notte.)
Gerusalemme puntinata di luci, vista dal Getsemani.
Gesù, che sta guardando Gerusalemme. Ha superato la fase acuta della crisi. Ha appeso ad un ramo basso del grande olivo un otre, dal quale scende un filo d’acqua.
Gesù raccoglie l’acqua nel palmo della mano,
si bagna la fronte,
i capelli,
le labbra.
Poi rivolge di nuovo lo sguardo in direzione di Gerusalemme, dalla quale arrivano le prime voci del corteo.
SCENA VENTITREESIMA (Albergo di Gerusalemme. Interno Notte,)
Svegliato dal passaggio in strada del corteo vociante, un uomo maturo s’affaccia al portone, appena in tempo per intravvedere
La testa del corteo e Giuda che lo guida.
Stacco in asse (avvicinamento): Giuda tra la folla armata e illuminata dalle lanterne e dalle torce.
Uomo (a un soldato ritardatario che passa vicino al portone):
Che succede?
Primo Soldato:
Andiamo ad arrestare Gesù di Nazaret, perché vuole distruggere il Tempio.
L’uomo richiude subito la porta della casa, arretrando. Dietro di lui, improvvisa, una voce di adolescente.
Voce di Adolescente (fuori campo):
Chi era, papà?
L’uomo si volge lentamente, pensando rapidamente cosa rispondere.
L’adolescente, sdraiato a letto, coperto da un lenzuolo di lino bianco. Risvegliato dal trambusto, si rialza a metà, poggiandosi sui gomiti.
Uomo:
Una grande folla sta andando da Gesù.

(per la scelta dell'interprete dell'Adolescente) Autoritratto del Parmigianino
Adolescente:
Gesù! Non andiamo anche noi a osannarlo, papà?
Uomo:
Riposati ora. Ci andremo domani.
Si avvicina al figlio, gli rimbocca il lenzuolo, gli carezza la fronte.
Gli occhi dell’adolescente si sbarrano leggermente emettono a fuoco un ricordo.
SCENA VENTIQUATTRESIMA (Quarto Villaggio. Esterno Giorno.)
Gesù si avvicina a una folla composta dai discepoli, un gruppo di Farisei ‘del Dovere’ [la specie dei ‘migliori’] e altri.
Susanna e Maria madre di Giacomo, vedendolo avvicinare, corrono a salutarlo.
Susanna e Maria madre di Giacomo (in coro):
Salve, Maestro!
Gesù:
Salve, Susanna, salve, Maria.
Due Farisei ‘del Dovere’ si avvicinano incuriositi a Gesù, mentre gli altri si tengono a distanza, malcelando invidia nei suoi confronti.
Gesù:
Di cosa discutete con loro? (accennando ai discepoli)
Uomo (il Padre della scena precedente, facendosi largo tra la folla):
Maestro, mio figlio è posseduto da uno spirito maligno che all’improvviso lo afferra, lo sbatte a terra e il ragazzo schiuma dalla bocca, digrigna i denti e si irrigidisce tutto. I tuoi discepoli hanno provato a scacciarlo, ma non ci sono riusciti.
Gesù lo abbraccia per confortarlo.
Gesù (ai discepoli):
O generazione incredula! Quanto potrò sopportarvi ancora?
Gesù (all’uomo):
Portalo davanti a me.
L’uomo conduce il figlio (l’adolescente della scena precedente) di fronte a Gesù.
Gesù (all’adolescente):
Da quanto tempo soffri di questa malattia?
Adolescente:
Non mi ricordo…
Uomo (intervenendo):
Da quando aveva tre anni. Mia moglie e io siamo stanchi, e anche il ragazzo è stanco. Maestro. Se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi, e aiutaci…
Gesù:
Se puoi? Tutto è possibile a chi crede.
Uomo:
Io credo, lo giuro.
Gesù (al padre e a tutti):
È scritto che dovete compiere nel Signore i vostri giuramenti, ma io vi dico: Non giurate affatto, né per il Cielo, né per la Terra. Sia il vostro linguaggio: Sì, Sì, No, No. Il di più viene dal Maligno.
Gesù (rivolto all’adolescente):
Spirito muto e sordo, io te lo ordino: Esci dall’adolescente e non rientrarvi più.
L’adolescente guarda intensamente Gesù. Trascorre una manciata di secondi, in un silenzio carico di tensione. Improvvisamente l’adolescente caccia un urlo, si scuote fortemente, cade a terra, si rotola nella polvere e infine resta immobile.
Secondo Uomo (guardando Giuda):
È morto!
Giuda gli fa bruscamente cenno di stare calmo.
Gesù si avvicina all’adolescente, afferra le sue mani, punta i propri piedi nei suoi e lentamente lo solleva da terra, quindi lascia libere le sue mani
L’adolescente resta in piedi, da solo, guarito. Gesù gli dà un buffetto sulla guancia.
Il padre abbraccia il figlio.
Primo Fariseo ‘del Dovere’:
Vi sono sei giorni di lavoro e un giorno di riposo. Oggi è sabato, il giorno di riposo…
Gesù:
Vuoi dire che non dovevo guarire questo adolescente?
Secondo Fariseo ‘del Dovere’:
Non oggi. Poteva sopportare la sua infermità ancora un giorno.
Gesù:
E io ti dico che il Sabato è fatto per l’uomo, non l’uomo per il Sabato.
Confusi e contrariati, i due Farisei si ricongiungono agli altri che hanno osservato la scena a distanza e s’allontanano confabulando.
Il Secondo Uomo corre via, con l’intenzione di diffondere la notizia della guarigione.
Gesù maestro dell’attenzione se ne accorge e lo richiama,
Gesù:
Fermati! E tieni per te quanto hai visto!
Giuda (scattando impulsivamente):
Perché? Perché non vuoi manifestarti compiutamente, Maestro? (cambiando tono, interrogativo) E perché noi non siamo stati capaci di guarirlo?
Gesù (ai discepoli):
Non capite ancora? A causa della vostra poca fede.
Giovanni:
Maestro, prima abbiamo incontrato un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri.
Gesù (primo piano):
Non glielo proibite, perché chi non è contro di noi, è per noi.
Dissolvenza incrociata:
SCENA VENTICINQUESIMA (Quinta Strada di Gerusalemme. Esterno Notte.)
Primo piano di Giuda che avanza, dintornato dai soldati e dalla folla.
Il corteo che lo segue e lo circonda, aumentato di numero. Si è aggiunto anche un ragazzotto con un tamburo di pelle che questi percuote fortemente e ritmicamente.
Primo piano di Giuda che riconosce qualcuno tra la folla.
L’adolescente guarito, come visto da Giuda. Uscito di casa di nascosto dal padre, vestito solo del lenzuolo di lino bianco che lo copriva a letto, si stacca dal corteo e precedendo tutti corre verso il Monte degli Ulivi.
SCENA VENTISEIESIMA (Getsemani. Esterno Notte.)
Giacomo, in primo piano, lo sguardo rivolto in basso, verso Gerusalemme.
Come visto da Giacomo, il corteo di fiaccole e lanterne che si torce nella città. Si cominciano a sentire più distintamente le voci agitate, e il tamburo.
Giacomo volge lo sguardo di lato, fuori le mura di Gerusalemme.
Come vista da Giacomo, la tendopoli dei pellegrini venuti per la Festa della Pasqua.
Giacomo cerca con lo sguardo Gesù e infine lo trova:
Gesù, arrampicato sul grande ulivo, seduto su un ramo. Pensa, assolutamente concentrato.
Giacomo si volge a guardare verso il frantoio.
Filippo e Bartolomeo stanno ravvivando il fuoco, discutendo animatamente.
Giacomo, rapito da un ricordo:
SCENA VENTISETTESIMA (Periferia di Città della Samaria. Esterno Giorno. Flash-Back)
Gesù, stanco del viaggio, seduto sui bordi di un pozzo, all’ombra di alti alberi ai margini della Città, concentrato in un pensiero, è distratto dalle voci dei discepoli.
I discepoli a turno lanciano un secchio legato a una corda dentro il pozzo, per attingere acqua. Fanno a gara a chi riesca a riempire al primo colpo il secchio.
Gesù (ai discepoli che allegri si dissetano):
Andate in Città e comprate qualcosa da mangiare.
I discepoli si dirigono verso la Città.
Gesù, rimasto solo, prega: guarda attentamente e amorevolmente le cose del mondo attorno a sé:
la cima di un albero,
un uccello in volo,
il cielo azzurro quasi bianco. Affiora un canto di donna.
Gesù cerca con gli occhi la fonte del canto.
Ecco, avanza una giovane donna samaritana, che smette di cantare alla vista di Gesù, s’avvicina in silenzio a occhi bassi, poggia a terra la sua anfora vuota e attinge acqua col secchio dal pozzo.

(per la scelta dell'interprete della Samaritana) Donna di Leonardo
Appena la giovane donna ha versato l’acqua del secchio nella sua anfora, Gesù le parla.
Gesù:
Dami da bere un po’ d’acqua dalla tua anfora.
Samaritana:
Come mai tu che sei giudeo chiedi da bere a me che sono samaritana?
Gesù:
Se sapessi chi sono, tu avresti chiesto a me, e io ti avrei dato acqua viva.
Samaritana:
Qui c’è solo acqua di pozzo. Da dove prendi dunque l’acqua di sorgente?
Gesù:
Chi beve l’acqua di questo pozzo avrà ancora sete, chi berrà l’acqua che io gli darò non avrà mai più sete. E quest’acqua diventerà una sorgente che zampillerà eternamente verso la vita eterna.
Samaritana:
Dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete.
Gesù:
I tuoi occhi sono simili a quelli di una colomba.
Samaritana:
I tuoi capelli sono simili alle piume del corvo.
Gesù:
I tuoi denti simili a un gregge di pecore.
Samaritana:
La tua barba simile a un gregge di capre.
Gesù:
Magnifico è il tuo volto e dolce la tua voce. Hai latte e miele nella bocca.
[Queste ultime battute del dialogo vengono dette semplicemente e senza sentimentalismi. Entrambi sanno di recitare il Cantico dei Cantici.]
Tornano i discepoli con le cose da mangiare e trovano Gesù accanto alla donna. Ammutoliscono meravigliati. Nessuno ha il coraggio di domandare a Gesù ciò che tutti pensano: “Che vuoi tu da lei?”
Primo piano della Samaritana che si sistema l’anfora sulla testa.
SCENA VENTOTTESIMA (Piazza della stessa Città della Samaria. Esterno Giorno. Flash-Back)
Primo piano di Gesù che guarda divertito davanti a sé.
Primo piano dell’adolescente guarito in una Scena precedente (Scena 24) da Gesù. Vestito con una tunica bianca suona il tamburello accanto a un giovane che suona la lira.
Allargamento di campo (stacco in asse) a scoprire adolescenti maschi e femmine che suonano e danzano sulla piazza del mercato della città.
Gesù in mezzo ai discepoli e alle discepole assiste alla scena.
Una banda di bambini cerca di avvicinarsi a Gesù.
Bambini in coro:
Il profeta! Il profeta!
Ma i discepoli li sgridano e cercano di allontanarli.
Pietro:
Lasciate in pace il Maestro!
Tommaso:
Non lo stancate!
I bambini si fermano, tacendo intimoriti.
La Samaritana, richiamata dalle voci, s’affaccia sulla porta della sua casa che dà sulla piazza.
Gesù (ai discepoli):
Lasciate liberi i bambini!
Gesù (ai bambini):
Venite, venite qui!
I bambini, emettendo gridolini di eccitazione e gioia, s’avvicinano a Gesù, che si fa toccare e arruffa i capelli dei bambini più vicini.
Gesù (a tutti gli adulti):
È scritto che i bambini devono imitare gli adulti, ma io vi dico che se non diventerete come questi bambini non entrerete nel Regno dei Cieli.
Come vista da Gesù, una famiglia che s’avvicina. Un padre, e una madre che tiene in braccio la loro bambina.
Gesù prende la bambina in braccio, la stringe al petto e la bacia.
Gesù (alla bambina):
Come ti chiami?
Bambina (dopo aver guardato la mamma e il papà, tornando a guardare Gesù):
Cinzia
Gesù:
Hai il nome di un uccellino e cinguetti come un uccellino!
Bambina:
E tu come ti chiami?
Gesù:
Gesù
Adolescente (che ha smesso di suonare e si è avvicinato a Gesù):
Che vuol dire ‘Gesù’?
Gesù:
Vuol dire ‘Dio salva’.
La Samaritana (che è uscita dalla sua casa e si è avvicinata, a Gesù):
Ci salverai, tu?
Gesù:
Il Padre mio opera sempre e anch’io opero.
Poi mette una mano sulla spalla dell’adolescente e lo conduce all’ombra di un albero. Gli altri adolescenti maschi e femmine li seguono. Gesù si siede a terra, segna col dito una griglia di linee e invita l’adolescente a iniziare il gioco (un gioco che ricorda la trinca): segnano uno dopo l’altro col dito nella polvere quadrati e cerchi.
Gesù gioca, si diverte, si rimprovera un errore che commette nel gioco, perde la partita e ride, ride.
I discepoli lo osservano e sorridono anche loro. Tutti sono contagiati dal riso di Gesù, eccetto Giuda.
Primo piano di Giuda.
Dissolvenza incrociata:
SCENA VENTINOVESIMA (Casa di Gerusalemme. Esterno Notte.)
Primo piano di Giuda a capo del corteo.
Il corteo vociante, illuminato dalle torce e lanterne e sostenuto dal ritmo del tamburo, passa davanti alla casa di un Fariseo ‘Vacillante’[la specie dei Farisei Vacillanti era caratterizzata dal fatto che andavano per strada strusciando i piedi per terra e urtandoli contro i ciottoli, per farsi notare].
Il Fariseo Vacillante s’affaccia sulla soglia, vede il corteo e trasale.
SCENA TRENTESIMA (Villaggio nei dintorni di Nazaret. Esterno Giorno.)
Gesù entra con i discepoli in un Villaggio.
Si comincia a raccogliere al suo passaggio una certa folla.
Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani [cioè degli ebrei che riscuotevano le tasse per conto dei romani; i pubblicani erano considerati impuri e disprezzati dagli altri ebrei] e ricoo, cerca di vedere Gesù ma non gli riesce, a causa della folla che lo circonda da vicino, e anche perché basso di statura.
Allora corre avanti a tutti e, per poterlo infine vedere, s’arrampica su un grande sicomoro che troneggia ai lati della strada.
Gesù giunge sotto il sicomoro. Un gruppetto di Farisei ‘Vacillanti’ trascina davanti a Gesù una donna.

(per la scelta dell'interprete dell'Adultera) Donna di Leonardo
Primo Fariseo ‘Vacillante’ (a Gesù):
Maestro, abbiamo sorpreso questa donna in flagrante adulterio. La Legge ci comanda di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?
Gesù non risponde, si china e comincia a fare dei segni col dito nella polvere.
Secondo Fariseo ‘Vacillante’ (il Fariseo che ricorda l’episodio):
Andiamo a lapidarla!
Allora Gesù alza il capo, si leva in piedi, s’avvicina alla donna, le prende una mano, guarda tutti e parla.
Gesù:
Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra.
Nessuno dei presenti si muove. Tutti tacciono.
Gesù (alla donna):
Dove sono i tuoi lapidatori? Nessuno ti ha condannata?
Donna (a Gesù):
Nessuno, Maestro.
Gesù (alla donna):
Allora vai in pace.
La donna si allontana tra due ali di folla che si aprono davanti a lei.
Gesù (volgendo lo sguardo verso Zaccheo appollaiato sul sicomoro):
Perché non scendi e ci inviti a casa tua?
Zaccheo scende in fretta e lo precede pieno di gioia fino alla sua casa.
Vedendo ciò, i Farisei ‘Vacillanti’ mormorano tra di loro.
Primo Fariseo ‘Vacillante’:
Ha difeso una peccatrice e ora si fa invitare da un peccatore!
Secondo Fariseo ‘Vacillante’:
Seguiamolo, per vedere cosa fa e sentire cosa dice.
Il pranzo è servito nel giardino, all’ombra di un albero di fico. Poiché è usanza mangiare con le dita, tutti procedono al lavaggio della mani. La moglie di Zaccheo porta un bacile e una brocca e versa l’acqua sulle mani degli ospiti, uno a uno.
Gesù e i discepoli si dispongono a mangiare, Ma la folla è tanta che non possono farlo.
Si fanno avanti i Fariesei ‘Vacillanti’ per arringare i presenti.
Secondo Fariseo ‘Vacillante’ (a tutti):
Costui è posseduto da Satana. Infatti scaccia i demòni per mezzo del Principe dei demòni.
Gesù:
Tu dici? E come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi.
Il Secondo Fariseo ‘Vacillante’ non sa replicare e tace.
I discepoli parlottano tra loro.
Andrea:
La situazione diventa pericolosa.
Pietro:
Dobbiamo portarlo via.
Giungono la madre e i fratelli di Gesù. Fermatisi fuori della casa di Zaccheo, lo mandano a chiamare.

(per la scelta del Fratello di Gesù) Autoritratto di Antonello da Messina
Andrea (intravvedendo la madre e i fratelli di Gesù):
Maestro, tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori…
Pietro:
Vogliono vederti e parlarti.
Gesù non si muove.
Andrea e Pietro si scambiano uno sguardo.
Gesù (a tutti):
Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli e le mie sorelle? Chi ascolta la parola del Padre celeste e la mette in pratica è mio fratello mia sorella mia madre!
Fratello di Gesù (alla madre, addolorata):
È impazzito!
SCENA TRENTUNESIMA (Getsemani. Esterno Notte.)
Gesù scende dall’ulivo e s’avvicina a Giacomo, Giovanni e Pietro.
Giacomo e Giovanni sono svegli, Pietro si è addormentato.
Gesù:
Pietro! Dormi? Non hai avuto la forza di vegliare una sola ora?
Pietro, che si sveglia di colpo, frastornato, e Giovanni e Giacomo come visti da Gesù.
Gesù (a tutti e tre):
Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione.
Gesù si allontana di nuovo dai tre discepoli, lo sguardo rivolto a Gerusalemme, da dove salgono voci sempre più ravvicinate.
Pietro segue con lo sguardo Gesù.
Quando Gesù giunge, allontanandosi lentamente, al piano a figura intera da tergo, inizia una
Dissolvenza incrociata:
SCENA TRENTADUESIMA (Sinagoga di Nazaret. Interno Giorno. Flash-Back)
Piano a figura intera da tergo di gesù che varca la soglia della Sinagoga di Nazaret (come visto da Pietro che lo segue)
[Dal buio della notte del Getsemani al buio dell’interno della Sinagoga, per rendere fluido il passaggio tra le due scene.]
Pietro, primo dei discepoli che lo seguono nella Sinagoga, poi gli altri.
La Sinagoga è piena di folla. In fondo, la tavola con le pergamene. Di fronte alla tavola c’è una pedana con un leggio e un sedile.
Tra la tavola e la pedana, I Farisei, seduti di fronte alla folla.
Gesù sale sulla pedana.
L’incaricato prende la pergamena del profeta Isaia e la porge a Gesù. Gesù prende la pergamena, si siede e ne legge un passo.
Gesù:
“Dio, il Signore, ha mandato il suo Spirito su di me. Egli mi ha scelto per portare il lieto messaggio ai poveri, per curare chi ha il cuore spezzato, per proclamare la liberazione dei deportati, la scarcerazione dei prigionieri.”
Gesù arrotola la pergamena, la restituisce all’incaricato che la riporta sulla tavola.
Gli sguardi di tutti nella Sinagoga sono fissi su Gesù.
Gesù:
Oggi si avvera questa profezia.
I presenti, tra i quali riconosciamo Maria, mostrano meraviglia.
I Farisei mostrano di essere scandalizzati.
Primo Nazareno:
Che cos’è questa, una nuova dottrina?
Secondo Nazareno:
Ma questo non è il figlio di Giuseppe il falegname? Non è lui stesso falegname? Non è Maria sua madre? I suoi fratelli non sono Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?
Terzo Nazareno:
E le sue sorelle non vivono in mezzo a noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?
Gesù:
Di certo voi mi citerete il proverbio “Medico cura te stesso”. E mi chiederete “Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria.”
Primo Nazareno:
Proprio così! Quello che hai fatto a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria! (mostrandogli degli ammalati da guarire)
Gesù:
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua. Non bisogna dare ai cani le cose sacre, e gettare ai porci le perle, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto.
E Gesù non può guarire nessun malato, a causa della loro incredulità.
Visti questi atti e sentite queste parole, tutti nella Sinagoga si sdegnano nei confronti di Gesù. Si levano, lo cacciano fuori della città e lo conducono fin sulla sommità del Monte sul quale la città è situata.
SCENA TRENTATREESIMA (Monte di Nazaret. Esterno Giorno. Flash-Back)
La folla inferocita avanza verso Gesù per farlo cadere nel precipizio del Monte che sta immediatamente alle sue spalle.
Una raffica di vento solleva una nuvola di polvere che investe la folla.
Gesù si fa avanti e la folla si apre al suo passaggio.
Alcuni discepoli, spaventati, si tirano indietro e non vanno con lui.
SCENA TRENTAQUATTRESIMA (Pianura, Esterno Pomeriggio. Flash-Back)
Sotto lo sguardo di due discepoli che hanno abbandonato il gruppo, Gesù e i discepoli rimastigli fedeli s’allontanano in silenzio sotto la pioggia.
SCENA TRENTACINQUESIMA (Monte degli Ulivi. Esterno Notte.)
Il ragazzotto col tamburo, che continua a percuotere incessantemente, si affianca a Giuda. Sono ormai giunti ai piedi della strada sterrata che sale al Getsemani. Giuda con un gesto seccato allontana da sé il tamburino.
Primo piano di Giuda, assalito da un ricordo.
Dissolvenza incrociata:
SCENA TRENTASEIESIMA (Villaggio nei dintorni di Gerusalemme. Interno Giorno. Flash-Back)

(per la scelta dell'interprete della Maddalena) Donna di Leonardo
Primo piano di Maddalena la prostituta, come vista da Giuda in movimento.
Dal primo piano al piano a figura intera. Seduta fuori della sua casa, una bella donna si asciuga i lunghi capelli al Sole [i capelli lunghi erano per gli ebrei un elemento carico di potenza erotica, e segno tangibile del mestiere di prostituta, dato che le donne ‘per bene’ avevano l’obbligo di portare il velo] e suona il flauto [le prostitute venivano riconosciute anche dal fatto che suonavano il flauto].
Cogliere la donna nel momento in cui, dopo aver fatto l’amore, spossata e assalita da una profonda malinconia, dopo essersi lavata, si consola perdendosi nel suono del flauto.
Giuda come visto dalla Maddalena. Cammina al fianco di Gesù e guarda la donna con desiderio.
Gesù e i discepoli, in viaggio verso Gerusalemme, vengono avvicinati e invitati a pranzo da Simone, un Fariseo ‘Sbatti-Testa’ [la specie dei Farisei ‘Sbatti-Testa’ era caratterizzata dal fatto di chiudere gli occhi per non vedere le donne, e per ciò sbattere la testa contro i muri].
Entrano nella casa del Fariseo e Gesù si sdraia di lato alla tavola.
Ed ecco entra Maddalena la prostituta.
Tiene tra le mani un vasetto di olio profumato. Si rannicchia piangendo ai piedi di Gesù, vi fa cadere sopra le sue lacrime, li asciuga coi suoi lunghi capelli e li bacia teneramente. Poi rompe il vasetto e versa l’unguento sul capo di Gesù.
Primo piano di Maria di Magdala, la discepola prediletta di Gesù. Assiste serenamente all’evento, senza ombra di irritazione e invidia.
Giuda (sdegnato):
Perché questo spreco? Si poteva vendere quest’olio profumato e dare il denaro ai poveri!
Gesù:
Perché la aggredisci? Ha compiuto verso di me un’opera buona: ha fatto ciò che era in suo potere.
Simone il Fariseo ‘Sbatti Testa’ si rivolge a Gesù.
Simone Fariseo ‘Sbatti Testa:
Ma tu sai che donna è questa dalla quale ti lasci toccare?
Gesù:
Ascoltami, Simone. Sono entrato nella tua casa e non mi hai dato l’acqua per lavarmi i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le sue lacrime e i ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio, lei mi ha cosparso di profumo. Per questo io dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. (a Maddalena) Ti sono perdonati i tuoi peccati.
Simone il Fariseo ‘Sbatti Testa’ tace, risentito. Pensa tra sé “Chi è quest’uomo che perdona anche i peccati”?
Gesù (a Maddalena):
La tua fede ti ha salvata; vai in pace!
Piano a figura intera di Maddalena che si alza da terra.
SCENE TRENTASETTESIMA (Gerusalemme. Casa di Marta. Interno Notte.)
Piano a figura intera di Maria di Magdala che si alza dal letto, agitata come da un incubo, e resta in piedi, immobile per qualche secondo> La stanza è fiocamente illuminata da una lucerna posta su un tavolo. Maria si guarda intorno, va a prendere una brocca e versa un po’ d’acqua in una tazza che sta sul tavolo. Beve, e mentre beve sente voci provenienti dalla strada, poggia rapidamente la tazza sul tavolo, s’avvicina a una finestra che s’affaccia sulla strada, ne apre uno spiraglio e guarda fuori.
Ciò che vede Maria di Magdala: la strada vuota. Voci e rumori lontani.
Maria, che cerca con gli occhi nel buio.
Come visto da Maria, un gruppo di Zeloti che sbuca da un vicolo laterale. Avvolti nei mantelli, lanciando occhiate tutt’intorno, transitano a passi svelti e silenziosi sotto la finestra semiaperta da Maria di Magdala.
Uno Zelota s’avvede di Maria.
Primo piano di Maria che lo guarda interrogativamente.
Zelota:
Torna a letto, donna, e chiudi la finestra!
Maria segue brevemente con lo sguardo il gruppo.
Come visto da Maria, il gruppo che s’allontana nella notte.
Voce Fuori Campo di Donna:
Vanno al Getsemani.
Primo piano di Maria che si svolta spaventata.
Primo piano di Marta, agitata.

(per la scelta dell'interprete di Marta) Donna di Leonardo da Vinci
Maria:
A quest’ora?
Marta:
C’erano anche dei soldati…
Maria:
Soldati!!
Dissolvenza incrociata dal primo piano con occhi sbarrati di Maria di Magdala al
SCENA TRENTOTTESIMA (Monte degli Ulivi. Esterno Giorno. Flash-Back)
Primo piano del volto con occhi divinamente imperterriti di Gesù.
Gesù decide di entrare a Gerusalemme, non di nascosto ma in grande stile, mentre fervono i preparativi della festa di Pasqua e sono giunti per l’occasione migliaia di pellegrini.
Giunto presso il Monte degli Ulivi, organizza la sua entrata trionfale in città dando precise istruzioni ai discepoli, i quali sul momento non comprendono queste cose. Ci sono anche alcune donne, tra le quali in particolare evidenza Maria di Magdala e Marta.
Gesù (a Maria di Magdala):
Portami la tunica più bella [una tunica non cucita ma tessuta intera].
Gesù (a Bartolomeo e Tommaso):
Andate nel villaggio vicino e procuratemi un bel puledro. A coloro che vi chiederanno spiegazioni, rispondete così: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito.”
Bartolomeo e Tommaso vanno a prendere il puledro.
Maria di Magdala porta a Gesù una tunica rossa. Gesù si leva la vecchia tunica e indossa la nuova, davanti a tutti.
Tornano Bartolomeo e Tommaso con il puledro.
Giuda si fa avanti, si leva il mantello e lo usa per addobbare il puledro.
Gesù monta sul puledro e scende dal Monte verso la Città, accompagnato dai discepoli che gridano festosamente.
Coro dei Discepoli:
Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Folla:
Osanna! Benedetto colui che viene in nome del Signore! Egli è il Re d’Israele!
Alcuni Farisei intervengono.
Primo Fariseo ‘di Calcolo’:
Maestro, non senti quello che gridano i tuoi discepoli?
Gesù:
Io ti dico che, se loro taceranno, grideranno le pietre!
Secondo Fariseo ‘di Calcolo’ (ad un altro Fariseo):
Non concludiamo nulla in questo modo! Ecco che il mondo gli è andato dietro!
Terzo Fariseo ‘di Calcolo’ (a una donna che partecipa al corteo trionfale):
Ma tu sai chi è costui?
Donna:
È il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea!
Gesù in groppa al puledro avanza tra la folla plaudente.
Come visto da Gesù, un ragazzino. Segue il corteo ai margini della strada, cavalcando un lungo ramo.
Dissolvenza incrociata:
SCENA TRENTANOVESIMA (Getsemani. Esterno Notte.)
L’adolescente avvolto nel lenzuolo di lino bianco entra nell’orto dove si trovano Gesù e i discepoli. Si nasconde dietro un albero, osserva Gesù.
Primo piano di profilo di Gesù che ascolta il frastuono del corteo armato che s’avvicina.
Dissolvenza incrociata:
SCENA QUARANTESIMA (Gerusalemme. Tempio. Esterno Giorno. Flash-Back)
Primo piano di profilo di Gesù che entra nel Tempio (come visto dall’adolescente, che lo segue da vicino).
Come visti da Gesù:
venditori di buoi,
di pecore,
di colombe,
compratori, cambiavalute seduti ai banchi,
pellegrini che cambiano oro con la moneta locale.
Primo piano dell’adolescente che osserva Gesù.
Gesù si costruisce con calma una frusta di cordicelle, e con questa scaccia tutti fuori dal Tempio, con le pecore e i buoi, libera le colombe, getta a terra i denari dei cambiavalute e ne rovescia i banchi, ripetendo a voce alta una sola frase:
Gesù:
Misericordia voglio, e non sacrificio! Misericordia voglio, e non sacrificio!
Alcuni Farisei ‘di Calcolo’ che hanno assistito alla scena decidono di prendere la parola, per provocare Gesù.
Primo Fariseo ‘di Calcolo’:
Ti servi delle parole dei Profeti per distruggere il Tempio?
Gesù:
Distruggete questo Tempio e in tre giorni io lo farò risorgere!
Primo Fariseo ‘di Calcolo’:
Con quale autorità dici questo? Chi ti ha dato questa autorità?
Bambini:
Osanna al figlio di Davide!
Secondo Fariseo ‘di Calcolo’:
Non senti quello che dicono?
Gesù:
E voi, che non fate altro che leggere, non avete mai letto: “Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurata una lode”?
L’adolescente guarda estasiato Gesù.
Primo piano del Secondo Fariseo ‘di Calcolo’, livido di rabbia.
Dissolvenza incrociata:
SCENA QUARANTUNESIMA (Monte degli Ulivi. Esterno Notte.)
Nel corteo che sale vociando la stradina sterrata versi il Getsemani, in primo piano, eccitato, il Secondo Fariseo ; di Calcolo’ che chiude la scena precedente, stringe i pugni dilatando le narici e ricorda:
SCENA QUARANTADUESIMA (Seconda Piazza di Gerusalemme. Esterno Giorno. Flash-Back)
Come visto dal Secondo Fariseo ‘di Calcolo’ in movimento, Gesù parla alla folla che gremisce una grande piazza.
Gesù:
Sulla cattedra di Mosè si sono seduti i Dottori della Legge, che caricano sulle spalle degli uomini e delle donne, dei giovani e dei vecchi, pesi insopportabili, ma loro non li toccano nemmeno con un dito!
Gesù vede passare:
il gruppo di Farisei ‘di Calcolo’, fra i quali il Secondo Fariseo ‘di Calcolo’ e, additandoli, continua a parlare:
Gesù:
Guai a voi, guide cieche, che percorrete il mare e la terra per fare dei proseliti e li rendete peggiori di voi!
Il Secondo Fariseo ‘di Calcolo’ s’arresta, scandalizzato. Gli altri lo imitano.
Gesù:
Guai a voi, scribi ipocriti, che adorate passeggiare nelle piazze a caccia di lodi, conquistare i primi seggi nelle sinagoghe, godere i posti d’onore nei banchetti!
Brusio minaccioso della folla. Il gruppo dei Farisei ‘di Calcolo’ si allontana lestamente con la coda fra le gambe.
Gesù:
Guai a voi, Dottori della Legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l’avete impedito!
La folla che ascolta Gesù a questo punto si divide. Alcuni manifestano il proprio dissenso alzandosi e cominciando ad allontanarsi.
Gesù:
Ascoltate: un contadino uscì a seminare il grano.
Due dissenzienti si fermano e si dispongono a ascoltare Gesù, incuriositi da quanto ha iniziato a dire.
Uno dei Dissenzienti:
Cosa vuoi dire?
Gesù:
Chi ha orecchi per intendere, intenda!
Pietro guarda preoccupato Gesù.
SCENA QUARANTATREESIMA (Getsemani. Esterno Alba)
Come visto da Pietro, il corteo s’avvicina lungo la strada sterrata che porta al Getsemani.
Pietro che vede il corteo avanzare.
Giovanni, Pietro, Giacomo, si alzano da terra e guardano in direzione di Gesù.
Gesù è in piedi e canta!
Gesù:
“O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stesse che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?
Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi.
O Signore, nostro Dio, Quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.”
Pietro (volgendosi verso il frantoio, agli altri discepoli):
Presto! Venite!
L’adolescente avanza verso Gesù e si ferma davanti a lui.
Primopiano di Gesù. Allargamento di campo a comprendere prima l’adolescente, poi a destra Giovanni, Pietro, Giacomo, infine a sinistra il gruppo dei discepoli usciti dal frantoio.
Gesù si avvicina all’adolescente e sorridendo gli dà un buffetto.
I discepoli sono intorno a Gesù, gli si stringono intorno. Gesù parla loro con serenità.
Gesù:
È giunta l’ora.
Nello stesso momento sopraggiunge il corteo illuminato dalla lanterne e dalle torce. Davanti a tutti, Giuda. Tutti si fermano e tacciono.
Giuda si stacca dal corteo, si avvicina a Gesù e lo abbraccia.
Giuda (a Gesù, baciandolo ripetutamente):
Maestro… Maestro…
Gesù (a Giuda):
Amico, per questo sei qui!
Gesù (ai soldati):
Chi cercate con spade e bastoni? Un brigante?
Capo dei Soldati (a Gesù):
Gesù il Nazareno.
Gesù:
Sono io.
I soldati indietreggiano e uno di loro,cade a terra.
Giuda è raggiante. Provoca i soldati.
Giuda (ai soldati):
Arrestatelo dunque! Cosa aspettate?
Pietro sguaina la spada e, prima che qualcuno possa fermarlo, colpisce Malco, il servo del Sommo Sacerdote, staccandogli l’orecchio destro.
Gesù (a Pietro, con un gesto imperioso):
Rimetti la spada nel fodero! Non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?
Giuda, che si preparava ad agire, si ferma, sbarrando gli occhi, sconcertato.
Gesù (ai soldati, fermando le loro spade sguainate):
Vi ha detto che sono io Gesù il Nazareno. Prendete dunque me, e lasciate che questi se ne vadano.
Allora i soldati afferrano Gesù, lo legano e lo trascinano via.
I discepoli fuggono, abbandonandolo.
Nella scena ormai vuota resta solo Giuda. Impazzito dal dolore, scioglie dai fianchi la corda che regge la sua tunica, s’arrampica sul grande ulivo e prepara piangendo il cappio, per impiccarsi.
SCENA QUARANTAQUATTRESIMA (Monte degli Ulivi. Esterno Alba.)
Gesù trascinato a valle dai soldati.
L’adolescente avvolto dal lenzuolo di lino bianco lo segue (in parallelo, fra gli alberi).
Un soldato vede l’adolescente, si stacca dal gruppo e tenta di afferrarlo, ma l’adolescente, lasciato il lenzuolo nelle mani del soldato, fugge via nudo, rivolgendo uno sguardo a Gesù, fino a che il suo volto è inghiottito dai rami degli alberi.
SCENA QUARANTACINQUESIMA (Gerusalemme. Sala del Gran Sinedrio. Interno Alba.)

(per la scelta dell'interprete del Sommo Sacerdote) Autoritratto del Tintoretto
Primo piano di profilo del Sommo sacerdote. Lento allargamento di campo: la testa coronata da un alto cappello, il viso rivolto in alto, immobile, le mani giunte tese anch’esse verso l’alto, imponente e rigido, inginocchiato su una alta piattaforma, paludato da un abito composto di otto pezze di stoffa preziosa, Il Sommo Sacerdote prega.
Intorno a lui, gli Anziani del Popolo e i Sacerdoti, in piedi, a una certa distanza. Alle pareti della Sala, lunghe torce accese.
Di nuovo il primo piano del Sommo Sacerdote, che rompe il silenzio dell’attesa con voce tonante;
Sommo Sacerdote:
“O Dio delle vendette, o Eterno.
Apparisci nel tuo fulgore!
Levati, o Giudice della terra,’
Ammaestra con la tua Legge il popolo
Finché la fossa sia scavata per l’empio!”
Due soldati conducono Gesù di fronte al Sommo Sacerdote.
Dietro di loro, entrano nella Sala del Gran Sinedrio anche i Farisei, e si fermano alle spalle di Gesù.
IL Sommo Sacerdote si leva lentamente in piedi e, ben piantato sulla pedana, s’aggiusta l’abito squadrando Gesù dalla testa ai piedi.
Gesù come visto dal Sommo Sacerdote.
Il Sommo Sacerdote. Rivolge a tutti uno sguardo di potente rassicurazione, poi punta di nuovo i suoi occhi imperiosi su Gesù.
Gesù. Sostiene lo sguardo del Sommo sacerdote senza timore.
Sommo Sacerdote (a Gesù):
Quale dottrina insegni?
Gesù (al Sommo Sacerdote):
Ho parlato al mondo apertamente e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me! Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro, essi sanno che cosa ho detto.
Gesù ha appena detto queste parole che uno dei soldati gli dà uno schiaffo.
Soldato (a Gesù):
Così rispondi al Sommo Sacerdote?
Gesù (al soldato):
Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi schiaffeggi?
Primo Fariseo (a Gesù):
Hai parlato male! Di più: hai bestemmiato!
Primo Fariseo (al Sommo Sacerdote):
O Sommo Sacerdote, noi lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo Tempio fatto da mani d’uomo e ne edificherò un altro non fatto da mani d’uomo.”
Secondo Fariseo (al Sommo Sacerdote):
E i suoi discepoli dicono che egli è il Messia. Chi può averli convinti di questo se non lui stesso?
Sommo Sacerdote (a Gesù):
Se sei il Messia, diccelo.
Gesù (a tutti):
Anche se velo dicessi, non mi credereste. E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene solo dal Padre celeste?
Sommo Sacerdote (primo piano di profilo):
E sia! Ciò che non vuoi dire a noi lo dirai al governatore Pilato!
SCENA QUARANTASEIESIMA (Gerusalemme. Pretorio romano. Esterno-Interno prima mattina.)
Una cortigiana (primo piano di profilo, speculare al primo piano del Sommo Sacerdote).
Panoramica e allargamento di campo: la cortigiana è seduta e tiene nella mano destra un fazzoletto ricamato.
Entra in campo un’altra cortigiana, seduta di lato alla prima: gioca distrattamente con un cagnolino.
Di fronte alle cortigiane, un tavolo lungo e basso, colmo di frutta, un paniere di uova, una caraffa di vetro contenente vino bianco, una coppa di vetro colma di vino.
Ed ecco, dietro il tavolo, di fronte alle cortigiane, il governatore Pilato, avvolto in un manto nero brillante, semi-sdraiato su un triclinio: succhia il tuorlo di un uovo crudo, poi sorseggia vino dalla coppa.

(per la scelta dell'interprete di Pilato) Autoritratto del Mantegna
Siamo in un grande salone. Filtra dalla porta finestra che conduce a un terrazzo affacciato sulla corte esterna del Pretorio la luce fredda della prima mattina. Voci confuse dal cortile, poi rumori di passi in avvicinamento da un corridoio che sfocia nel salone.
Entrano due soldati. In mezzo a loro, Gesù.
Pilato:
Chi è quest’uomo?
Primo Soldato:
Gesù di Nazaret.
Pilato:
Di cosa è accusato?
Secondo Soldato:
Fuori, nella corte, ci sono il Sommo Sacerdote, i Dottori della Legge e una grande folla. Non entrano nel Pretorio per non contaminarsi e poter mangiare durante la Festa della Pasqua.
Pilato poggia sulla tavola la coppa vuota, si solleva stancamente, ordina con un cenno ai soldati di seguirlo con Gesù ed esce sul terrazzo.
Come visto dal basso, Pilato che s’affaccia reggendosi alla balaustra del terrazzo.
L’insieme della folla in basso, come vista da Pilato.
Come visto dal basso, Gesù appare alla balaustra, di fianco a Pilato, di fronte alla folla.
Come vista da Gesù, la folla. Una panoramica: riconosciamo alcuni dei personaggi principali della notte del Getsemani:
Pietro,
Giovanni,
Giacomo e Andrea,
Maria madre di Gesù sostenuta da Maria di Magdala e Marta,
l’adolescente col padre al fianco.
E il Consigliere Tentatore.
Primi piani di Gesù e Pilato l’uno di fronte all’altro.
Tra la folla da una parte, Pilato e Gesù dall’altra, i Farisei.
Pilato:
Di cosa accusate quest’uomo?
Primo Fariseo:
Sobilla il nostro popolo!
Secondo Fariseo:
Non riconosce la Legge!
Un gruppo di uomini:
È vero!
Terzo Fariseo:
Dice che non bisogna pagare le tasse ai romani!
Voci sparse:
Sì! È così!
Pilato alza la mano tesa verso la folla eccitata e vociante e
La folla s’azzittisce.
Pilato (a Gesù):
Il popolo deve versare il tributo a Cesare?
Gesù (a Pilato):
Mostrami la moneta del tributo.
Pilato fa un cenno a uno dei soldati di fare quanto Gesù ha domandato.
Il soldato estrae una moneta e la mostra da vicino a Gesù.
Gesù (al soldato):
Chi è ritratto in quest’immagine e di chi è questo nome?
Soldato:
Di Cesare.
Gesù (alla folla):
Date dunque a Cesare ciò che è di Cesare, e a Dio ciò che è di Dio.
Brusio della folla.
Quarto Fariseo:
Chiama Dio suo padre, facendosi uguale a Dio!
Un anziano:
Non riconosce nessun potere!
Coro di voci eccitate:
Vuol farsi Re!
Silenzio.
Pilato (a Gesù):
Sei tu il Re dei Giudei?
Gesù (a Pilato):
Il mio regno non è di questo mondo.
Pilato (a Gesù):
Di quale regno sei dunque Re?
Gesù (a Pilato):
Del regno della verità.
Pilato (a Gesù):
Che cos’è la verità?
Gesù tace.
Pilato (rivolto alla folla):
Non trovo nessuna colpa in quest’uomo.
Primo e Secondo Fariseo:
Se lo liberi, non sei amico di Cesare!
Pilato (ai Farisei):
Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge.
Terzo Fariseo:
A noi non è consentito mettere a morte nessuno.
Pilato:
Ma che male ha fatto?
Uno:
Se non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato!
Un altro:
Quest’uomo deve morire!
Maggioranza della folla:
Crocifiggilo! Sì, crocifiggilo!
Maria madre di Gesù e Maria di Magdala, disanimate.
Gesù resta imperterrito. Lento restringimento di campo fino al suo primo piano.
Come visto da Gesù, primo piano dell’adolescente, tra la folla.
Primo piano di Gesù.
Dissolvenza incrociata:
SCENA QUARANTASETTESIMA (Gerusalemme vent’anni prima. Strada, Piazza, Sinagoga. Esterno-Interno. Prima mattina. Flash-Back.)
Primo piano di Gesù adolescente. Avanza tra la folla venuta a Gerusalemme per la Festa di Pasqua. Allargamento di campo: al suo fianco, da un lato il padre Giuseppe, dall’altro la madre Maria.

(per la scelta dell'interprete di Giuseppe) Autoritratto del Veronese

(per la scelta dell'interprete di Maria) Donna di Leonardo
Gesù si ferma davanti alla bottega di un falegname che sta rifinendo un aratro di legno. Lo osserva attentamente, poi si volge verso Giuseppe, in cerca del suo giudizio. Giuseppe fa con gli occhi e il capo un cenno di approvazione.
Riprendono a camminare tra la folla. Al loro fianco, un padre e una giovane madre che si dirigono con il loro bambinello verso il Tempio, per presentarlo e offrirlo al Signore.
Giuseppe li osserva, poi volge lo sguardo verso Gesù, che lo precede di poco.
Gesù, di profilo leggermente scorciato, come visto da Giuseppe in movimento. Il suo sguardo è assolutamente concentrato su ciò che gli accade intorno.
Giuseppe:
Gesù…
Gesù adolescente (voltandosi prontamente):
Sì!
Come vista da Gesù la mano di Giuseppe che avanza verso di lui.
Con gli occhi di Giuseppe: la sua mano che carezza la testa di Gesù, poi scivola sulla sua spalla e la stringe delicatamente.
Giuseppe:
Tua madre è stanca. Sediamoci a riposare un poco… Hai fame?
Gesù adolescente:
Sì.
Giuseppe fa sedere Maria e Gesù ai piedi di un albero dai grandi rami ombrosi, accanto alla bottega di un venditore di frittelle. Va da lui, compra tre frittelle e torna dai suoi.
Mangiano in silenzio. Giuseppe guarda insistentemente Gesù.
Gesù guarda il padre. Ha capito che sta per dirgli qualcosa.
Giuseppe:
Figlio, sei grande ormai, ed è venuto il momento di farti conoscere un fatto straordinario, accaduto anni fa, e che ti riguarda…
Gesù fissa ancora più attentamente i padre,consapevole dell’importanza di quanto sta per rivelargli.
Giuseppe:
Eri nato da poco… sì, il tempo è passato (gli occhi di Giuseppe sono attraversati da un lampo di dolore e di gioia)…ma lo ricordo come fosse oggi. Ti stiamo portando verso il Tempio, pre presentarti e offrirti al Signore (guardandosi intorno) – era proprio questa la strada… (tornando a guardare Gesù) Di colpo si fa largo tra la folla un uomo giusto, stimato da tutti, di nome Simeone. Si avvicina proprio a te, ti guarda attentamente, prima trepidante, poi gioioso, infine ti prende dalle braccia di tua madre e sollevandoti in alto, con voce forte e chiara, in modo che tutti lo possano sentire, pronuncia queste parole: “Ecco, questo bambino è venuto per la rovina e la resurrezione di molti in Israele e siano svelati i pensieri di molti cuori”…
Gesù è colpito dal racconto e dal tono del padre, smette di sbocconcellare la frittella.
Maria:
Sì, così! E tra la folla che s’era raccolta intorno a noi per ascoltare la profezia c’era anche una donna molto anziana, una profetessa di nome Anna, che digiunava sempre e pregava giorno e notte… Anche lei si è messa a lodare a voce alta il Signore e a indicare proprio te, proprio te ancora così piccino, come il redentore del nostro popolo…
Gesù guarda il padre Giuseppe, la madre Maria, la folla vociante che sciama intorno a loro.
Giuseppe:
E prima ancora… (lanciando un’occhiata a Maria) perché bisogna dirgli anche questo… (volgendo lo sguardo a Gesù) tua madre aveva avuto un’apparizione: un algelo le aveva annunciato il concepimento di un uomo santo… Io non sapevo che fare… fino a che, una notte, in sogno, l’angelo viene da me e mi dice di non dubitare e di darti per nome Gesù… Ecco!
Gesù ha ascoltato il padre e la madre in silenzio. Inghiotte il boccone che ha in bocca, dà a Maria il resto della frittella, si alza e senza dire una parola si allontana pensieroso lungo una strada che sfocia in una grande piazza.
Gesù passa accanto a un gruppetto di coetanei che giocano sulla terra il gioco simile alla trinca, si ferma e li osserva, con la mente occupata da grandi pensieri.
A un certo punto, richiamato da un brusio, si volta e vede la folla fare ala, inchinandosi, al passaggio di una fila di Farisei ‘Spalle Larghe’ [la specie dei Farisei ‘Spalle Larghe’ era caratterizzata dal fatto che scrivevano le loro azioni sulla schiena, per farsi onorare] che visibilmente si compiacciono degli omaggi e degli inchini.
La fila dei Farisei ‘Spalle Larghe’ si ferma davanti a un mendicante e il primo della fila, ostentando e rendendo visibile a tutti i presenti il gesto, fa cadere nel barattolo che sta tra i piedi del mendicante due monete che tintinnano.
Gesù guarda intensamente i coetanei assorbiti dal gioco, infine si allontana da loro e segue i Farise ‘Spalle Larghe’ fin dentro la Sinagoga.
I Farisei ‘Spalle Larghe’, seduti in semicerchio.
Gesù in piedi, davanti a loro, inizia a interrogarli.
Gesù adolescente:
Se siamo tutti uguali davanti a Dio, perché vi pavoneggiate davanti agli uomini?
I Farisei ‘Spalle Larghe’ si scambiano occhiate. Poi uno di loro parla per tutti.
Fariseo ‘Spalle Larghe”:
Noi siamo i Dottori della Legge.
Gesù vede i rotoli sottochiave, inaccessibili ai fedeli e risponde alla risposta continuando a domandare.
Gesù adolescente:
Perché allora riservate a pochi la chiave della scienza e la togliete ai più che vogliono entrarvi?
I Farisei ‘Spalle Larghe’, turbati, tacciono.
Gesù nota l’ordine gerarchico all’interno del gruppo, reso evidente dallo scambio di sguardi tra di loro e incalza.
Gesù adolescente:
E perché battagliate persino tra di voi per conquistare il primo posto nella Sinagoga?
I Farisei ‘Spalle Larghe’ tacciono ancora, manifestamente contrariati.
Gesù li lascia ed esce dalla Sinagoga.
Appena fuori, incontra Giuseppe e Maria che lo cercano.
Maria:
Figlio, perché hai fatto questo? Perché ci hai trattati così? Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo… Non sapevamo dov’eri e cosa facevi…
Gesù:
Non avete dunque capito che d’ora innanzi io devo occuparmi delle cose del padre mio celeste?
Gesù si volta e cammina.
Le cose del mondo come viste da Gesù adolescente in movimento:
pietre,
una volpe che traversa la strada,
arbusti,
alberi,
il cielo stellato,
la luna piena.
Rumore di passi dietro di noi.
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